Clivens Ellie by Miss Disaster

Clivens Ellie by Miss Disaster

autore:Miss Disaster [Disaster, Miss]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-07-20T16:00:00+00:00


14

Aysbury Park, Richmond

ore 21.30

Ouch! Per le fiamme dell’inferno, ma che era saltato in testa ai Morrigan?

Il loro giardino aveva più gradini che alberi, per giunta disseminati tra una miriade di tempietti, in una personalissima rivisitazione dell’Olimpo trapiantato sulle Alpi.

Charlene masticò tra i denti l’ennesima imprecazione – inveire come un’ossessa non sembrava particolarmente indicato quando ci si voleva nascondere – e arrancò a fatica lungo l’erta scalinata (a occhio e croce, la millesima).

Visto il tormentoso inizio di serata, con il viaggio interminabile verso Richmond, ci si sarebbe aspettati che Qualcuno, lassù, avesse almeno un po’ di compassione per una povera creatura martoriata.

Sì, nei suoi sogni! A quanto pareva, quella sera si disputava l’annuale torneo di cricket celeste e il Signore era occupatissimo, in qualità di arbitro, a dirimere le baruffe tra cherubini.

Così, dopo aver lasciato la zia, Charlie era stata costretta a cimentarsi in un vero e proprio percorso a ostacoli per raggiungere il luogo convenuto per l’appuntamento.

Perché diavolo non lo aveva fissato più vicino alla casa? Quello non era un giardino, ma una foresta scoscesa, oltretutto illuminata soltanto dalla luna e da poche, sporadiche fiaccole.

Ormai piegata a metà dal dolore al ventre, si fermò per tirare il fiato accanto a uno sventurato Partenone invaso dai rampicanti. Si concesse alcuni secondi di riposo, quindi, ritemprata, raddrizzò la schiena, assicurandosi che la sciarpa con cui aveva nascosto il viso fosse al suo posto.

Fece per riprendere la scarpinata, quando una profonda voce maschile la bloccò. «Che ne direste di spostare qui il nostro rendez-vous, Miss Duncaster? Questo luogo promette di essere già abbastanza isolato per i nostri scopi.»

Charlene sbiancò.

Oddio, l’avevano identificata! E adesso?

Niente panico, si disse. Mostrati calma e risoluta. Questa gente fiuta la debolezza a iarde di distanza. «Concordo in pieno. Le scarpette di seta non sono il massimo per passeggiare nei boschi» replicò con ammirevole distacco, mentre scandagliava l’area senza darlo a vedere.

«Non vi disturbate a cercare d’individuarmi, vi prego: sarebbe inutile» l’ammonì, glaciale, la voce. «Siate così cortese da venire a sedervi sotto il pergolato. Io mi terrò alle vostre spalle.»

Sì, come no! Ma che la credeva, quello, un’idiota? Tanto valeva che si pugnalasse da sola.

«Mi perdonerete se sono restia ad accettare il vostro amabile invito. Sto d’incanto qui dove sono e, considerato che non riesco a scorgervi, immagino che questa posizione vi possa risultare altrettanto gradita.»

Le rispose un basso sogghigno. «Vostro padre è stato il migliore dei maestri, vero? A proposito, le mie più sentite condoglianze per la sua recente dipartita. Lo pensavo defunto già da trent’anni, perciò mi ha assai sorpreso apprendere che, invece, è sopravvissuto all’ultima missione nel Continente. Ho spesso udito delle sue gesta leggendarie, ma scomparire agli occhi della Fenice, spacciandosi per morto, le batte tutte. Complimenti a lui, era proprio un grand’uomo.»

Spiazzata da quei complimenti che suonavano stranamente sinceri, Charlie ci mise un attimo a riaversi. «Siete… siete molto gentile. Papà avrebbe di sicuro apprezzato i vostri elogi. Ci tengo a dirvi che, negli anni, nonostante la sua decisione di ritirarsi, è sempre rimasto fedele all’organizzazione.



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